Il corvo, la volpe e la libertà

Illustrazione di Claude Barbin e Denys Thierry tratta da "Favole scelte in versi di M. de la Fontaine", Parigi, 1668

Sabato mattina ero con la mia bimba piccola nella meravigliosa biblioteca di Valeggio sul Mincio per un graziosissimo evento dedicato a noi papà e organizzato in vista della festa del 19 marzo.

Alcuni papà stranieri hanno letto nella propria lingua madre un breve racconto al proprio bambino condividendolo con altri piccoli e con i loro genitori, italiani e non. Una di quelle esperienze tenere e profonde – Marlene continua a farmi domande – che ti fanno vedere il genere umano sotto una luce decisamente migliore.

Una storia che mi ha fatto riflettere e che poi ho raccontato al Leo – che la può comprendere senz’altro meglio – è un classico in rima, la favola “Il Corvo e la Volpe” di Jean de La Fontaine:

Sen stava messer Corvo sopra un albero
con un bel pezzo di formaggio in becco,
quando la Volpe tratta al dolce lecco
di quel boccon a dirgli cominciò:

– Salve, messer del Corvo, io non conosco
uccel di voi più vago in tutto il bosco.
Se è ver quel che si dice
che il vostro canto è bel come son belle
queste penne, voi siete una Fenice -.

A questo dir non sta più nella pelle
il Corvo vanitoso:
e volendo alla Volpe dare un saggio
del suo canto famoso,
spalanca il becco e uscir lascia il formaggio.

La Volpe il piglia e dice: – Ecco, mio caro,
chi dell’adulator paga le spese.
Fanne tuo pro’ che forse
la mia lezione vale il tuo formaggio -.
Il Corvo sciocco intese
e (un po’ tardi) giurò d’esser più saggio.

Dunque, spiegando ai bambini la morale di questa favola il papà belga che l’ha raccontata è riuscito ad affabulare anche il mio ipertrofico bambino interiore e mi ha ricordato quante grandi verità universali siano nascoste nei racconti per l’infanzia.

Quando un adulatore esercita la propria subdola arte su qualcuno, quest’ultimo ne pagherà senz’altro il conto – perché c’è sempre un conto da pagare in questo tipo di relazione, questo è chiaro, no?

E quindi, in un’equazione facile facile, se il corvo è il popolo italiano e la volpe il populista sovranista di turno, qual è davvero il tanto conteso formaggio?

Io dico che è la libertà.

Mi chiedo solo quando il corvo spergiuro imparerà davvero ad essere un po’ più saggio…

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