La solitudine dei numeri primi

Copertina de "La solitudine dei numeri primi"Sono poco più che a tre quarti di questo sorprendente racconto e voglio registrare qui le mie impressioni. Mi piace. A volte riesce addirittura ad entusiasmarmi. Per prima cosa mi entusiasma l’idea. Mi sorprende che ci sia ancora qualcuno capace di produrre dal nulla – o dal tutto – un’idea che prima non c’era. Non importa fino a che punto nuova. Importa che sia un’idea chiara e coerente. Potrei sprecare ore di sonno nello sproloquio che di solito si dedica all’ozioso scopo di individuare la natura di un’idea o la tesi che determina – rimanendone sempre sullo sfondo – la natura, l’origine e la meta di un testo letterario ben riuscito. Ma ho smesso da un pezzo di impegnarmi in giostre cerebrali di questo tipo. Preferisco dire che questo racconto è attraversato da una tesi – non vi rivelo quale per non guastarvi il gusto – e che l’autore non fa nulla per dissimulare l’esistenza di un intento preciso, senza però cadere nella banalità del romanzo a chiave. Il ruolo dei due protagonisti è chiaro sin dal titolo, non serve nemmeno spingersi fino al terzo o quarto capitolo per avere una spiegazione fin troppo esplicita della metafora matematica dei numeri primi. Tutto è chiaro già dalle prime frasi del primo e del secondo capitolo, ognuno dedicato alla formulazione dei due personaggi, che sono poi due contrapposte incarnazioni della tesi del racconto. L’idea sta tutta nel dialogo tra due parti apparentemente inconciliabili ma perfettamente simmetriche. Due stati d’animo che non riescono mai a coincidere e nemmeno a contrastarsi, dal momento che sono fatti della stessa materia e condividono la medesima natura. Non posso spiegarmi meglio. Leggete questo racconto che è di una semplicità e di una lucentezza rare, leggetelo e capirete quello che a quest’ora di notte non riesco a dire. A volte mi ricorda un fumetto d’autore: dialoghi, personaggi e scenari sono essenziali ma estremamente freschi e assolutamente realistici. Il linguaggio è preciso, sintetico e sempre in buona sintonia con il contenuto. Un gran bel racconto. A mio parere.

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