La notte dei bambini

C’è un mondo, fuori dai nostri mondi. Lo leggo sulle pagine dei quotidiani online, al mattino presto quando mi alzo o nel cuore della notte quando non riesco più a dormire. Lo ascolto dalle frequenze di una radio, mentre guido verso il coworking o faccio colazione all’autogrill di Brescia Est.

Non è un bel mondo, quello che esiste fuori dai mondi che ci siamo costruiti attorno.

Lì succedono cose tremende, così tremende da non essere buone nemmeno per la trama di un film horror di serie B.

Lì circolano liberamente persone e pensieri disumani, convinzioni aberranti e un fiume in piena di degrado morale e intellettuale.

Lì vigono la legge del più forte, la supremazia dello scaltro, l’idolatria del denaro e tanta, tantissima ignoranza.

Non è un mondo ideale, quello che esiste fuori dai mondi che ci siamo costruiti attorno, non si avvicina nemmeno minimamente al migliore dei mondi possibili.

Eppure, questa è da sempre la notte dei bambini, almeno qui da noi.

Nelle nostre terre, in tutte le case di tutti i paesi lombardoveneti benedetti dalla presenza di un bambino, dentro ai mondi che da queste parti ci siamo costruiti attorno come barricate contro la furia nemica, questa è la notte di Santa Lucia.

I nostri bambini si sono messi a letto molto prima del solito, carichi del presagio di stupore che li coglierà domattina, quando rivivranno per l’ennesima volta il miracolo di un amore cieco e immateriale che si trasforma in piccoli grandi doni tangibili.

I giocattoli, i dolcetti, i vestiti nuovi e la scorpacciata di affetto sono per i nostri piccoli la manifestazione di una promessa mantenuta: se sarai buono, se sarai giusto, se rispetterai i mondi che altri come te si sono costruiti attorno, se ti schiererai dalla parte di chi lavora alla costruzione di un mondo migliore, allora sarai premiato. Magari non immediatamente, magari dopo un’attesa che ti sembrerà interminabile, ma alla fine sarai premiato.

E il premio più grande, quello vero, non saranno i giocattoli, i dolcetti, i vestiti nuovi e la scorpacciata di affetto, ma la certezza che un mondo migliore è davvero possibile.

Condivido